Mi sono accorto di avere pubblicato un libro di fotografia a mia insaputa.
Quello che è grave è che l’“autore” è un’altra persona che ha firmato come sue pagine che avevo scritto io.
Scrivere un libro di fotografia con qualche pretesa di serietà e competenza richiede il suo tempo.
Sono giunto a realizzare “Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia. Positivi unici e processi antichi nel ritratto fotografico” dopo trent’anni di collezionismo, studio e ricerche e 5 anni di stesura e modifiche.
Sto ora lavorando ad un testo che raccoglie, coordina e sviluppa i miei risultati di ricerca e riflessione sul modo in cui funziona la percezione delle immagini, l’apprendimento visuale e la lettura della fotografia.
Pertanto sono andato a rivedermi vecchi appunti pubblicati nel corso del tempo.
Il modo più immediato per rintracciarli che mi è venuto in mente è stato quello di scrivere, anche solo poche parole delle frasi di cui mi ricordavo, nel form di ricerca di Google. Sorpresa! Non solo ho trovato i miei articoli, ma pure i brani del saggio dimostrativo di un libro di Luca Quaiotti.
Quello che è grave è che l’“autore” è un’altra persona che ha firmato come sue pagine che avevo scritto io.
Scrivere un libro di fotografia con qualche pretesa di serietà e competenza richiede il suo tempo.
Sono giunto a realizzare “Dagherrotipia, Ambrotipia, Ferrotipia. Positivi unici e processi antichi nel ritratto fotografico” dopo trent’anni di collezionismo, studio e ricerche e 5 anni di stesura e modifiche.
Sto ora lavorando ad un testo che raccoglie, coordina e sviluppa i miei risultati di ricerca e riflessione sul modo in cui funziona la percezione delle immagini, l’apprendimento visuale e la lettura della fotografia.
Pertanto sono andato a rivedermi vecchi appunti pubblicati nel corso del tempo.
Il modo più immediato per rintracciarli che mi è venuto in mente è stato quello di scrivere, anche solo poche parole delle frasi di cui mi ricordavo, nel form di ricerca di Google. Sorpresa! Non solo ho trovato i miei articoli, ma pure i brani del saggio dimostrativo di un libro di Luca Quaiotti.
Ho così scoperto che è stato pubblicato in forma cartacea:
«L'arte digitale. Lezioni di lettura informatica delle immagini»
Autore: Quaiotti Luca
Editore: Mucchi Editore, 2006 Modena
ISBN/ISSN 88-7000-439-2
(Nota: pubblicazione rimossa dal catalogo dell'editore il 2 dic. 2013)
Ed un ebook
http://www.ultimabooks.it/arte-digitale
Autori: Luca Quaiotti
Editore: Luca Quaiotti
ISBN: 9788868558055
Che ho potuto comprare in versione pdf per la modesta cifra di euro € 7,99
Il libro appare realizzato unendo "tesine", ma in effetti sei degli otto capitoli sono stati prodotti con un copia-incolla dei miei scritti. Posso ammettere che gli studenti universitari copino a man bassa da internet, ma non posso ammettere che qualcuno si appropri di produzioni intellettuali non sue, ponendovi la firma come autore. Qui si tratta di un reato previsto dalla legge n.633 e successive modifiche ed integrazioni.
Non comprendo nemmeno l'opportunità e la convenienza di questa violazione di legge.
Che senso ha pubblicare un libro con questo titolo, impiegando contributi non solo datati, ma anche largamente superati dalla tecnica e riferiti alla fotografia analogica?
Dalla pagina 50 alla pagina 53 è stato usato il mio contributo al link:
http://www.gri.it/old_GRI/tecnica/colore.htm
Si tratta di considerazioni sulla stampa colore con tecnica sottrattiva (filtri giallo, magenta, ciano) che si effettuava con ingranditori e carta fotografica colore da trattare in drum con tolleranze di temperatura abbastanza critiche e una serie di sette (sic!) bagni. Al tempo usavo un Durst 605 con un set di filtri Cibachrome. Ho sempre sognato di poter disporre di una testa colore dicroica. Erano gli anni Ottanta del secolo scorso. L’articolo include saggi consigli per il corretto processo di bilanciamento colore con le combinazioni di filtri YMC. Cosa possa ciò avere a che fare con “Lezioni di lettura informatica delle immagini” resta per me un mistero.
Dalla pagina 54 alla pagina 58 è stato usato il mio contributo al link:
http://www.gri.it/old_GRI/tecnica/stampa.htm
Il mio contributo sviluppa considerazioni sul valore della stampa fotografica e sull’importanza di stamparsi per proprio conto i fotogrammi delle riprese effettuate. L’argomento trattato è la stampa, con ingranditore, di materiale fotografico bianco-nero argentico trattato con i tradizionali chimici di sviluppo e fissaggio in tiosolfato di sodio (erroneamente spesso identificato come iposolfito).
Le mie spiegazioni includono dettagli sulla valutazione dell’esposizione progressiva e persino la stampa su carta bianco-nero dei negativi colore. Incredibile che qualcuno abbia potuto considerare queste informazioni come preziose nell’epoca dell’immagine digitale. Ho venduto tutto il materiale della mia camera oscura, credo quasi vent’anni fa ed ancora me ne pento. Oggi alcuni appassionati cultori dell’immagine argentica stanno tornando alle antiche tecniche e confesso che qualche velleità mi è ancora rimasta, ma cosa c’entri la stampa con ingranditore e chimici con l’arte digitale proprio non lo comprendo.
Dalla pagina 59 alla pagina 62, eccetto l’ultima colonna, è stato usato il mio contributo al link:
http://www.gri.it/old_GRI/tecnica/illuminazione.htm
Il mio contributo sviluppava spiegazioni e consigli sul controllo dell’illuminazione, con particolare riguardo alle riprese fotografiche in studio. I termini della questione hanno ancora validità sostanziale anche nella fotografia digitale.
Dalla pagina 65 alla pagina 66 è stato usato il mio contributo al link:
http://www.gri.it/old_GRI/storia/stereo.htm
L’argomento da me trattato e diligentemente ricopiato da altri è la fotografia stereoscopica e l’anaglifia.
Il mio testo considera la questione dal punto di vista essenzialmente storico. Una delle immagini che illustrano il testo è stata usata anche nel libro di Quaiotti: è una stupenda stereoscopia, tinta a mano, della mia collezione. L’avevo trasformata in anaglifia per poterne facilmente osservare l’effetto di profondità.
Dalla pagina 67 alla pagina 70, eccetto l'ultimo paragrafo, è stato usato il mio contributo al link:
http://www.gri.it/old_GRI/linguaggio/appunti.htm
Impiegai un paio d’anni di studio e ricerca per arrivare a formulare questo contributo relativo alla lettura delle immagini. In pratica si tratta della definizione di tre distinte chiavi di lettura che possono essere impiegate su piani di interpretazione diversi: connotazione e denotazione, soggetti simbolo, figure retoriche. Quest’ultimo aspetto fu sviluppato partendo da un’ipotesi di analisi dell’immagine pubblicata per la prima volta su “Progresso Fotografico” nel dicembre del 1977. La formulazione originale riguardava la comunicazione verbale ed io sviluppai la ridefinizione in relazione alle specificità del linguaggio visuale.
Dal mio lavoro di quegli anni (gli anni Ottanta del “secolo breve”) ricavai alcune dispense contenenti i miei contributi, sempre con precisazione di copyright e sempre datate, per distribuirle in occasione delle lezioni di fotografia da me tenute nel corso degli anni. Ne conservo ovviamente copia, così come immagino ne abbiano conservato copia i miei allievi di ImageAcademy (www.imageacademy.it) ed ancora prima per Photò.
Questi testi furono inizialmente pubblicati con la mia firma, tra la fine del 1980 e l’inizio del 1981, in una rubrica del quotidiano “Bresciaoggi”. Pertanto mi è estremamente facile dimostrarne oggettivamente la titolarità del diritto d’autore.
Nel 2000, decisi di pubblicarli anche su uno dei siti web di storia e cultura della fotografia che curo: www.gri.it
Su ogni pagina che contiene tali testi compare espressa dichiarazione di copyright in testata ed a piè di pagina (© 2000 by Gabriele Chiesa), così come nelle intestazioni html di ciascuna pagina:
«meta name="Author" content="(c) 2000 by Gabriele Chiesa - Brescia - Italy, all rights reserved"»
Come si osserva dai link, i contributi sono inseriti nella cartella “old_GRI” perché appartengono alla “vecchia” versione statica del sito che risale al giugno 2000.
L’editore del libro in questione, pubblicato in violazione dei miei diritti d’autore, nella persona di Marco Mucchi, si è dimostrato cortese e disponibile. Egli sostiene di essere protetto dalla liberatoria firmata da Luca Quaiotti e non ho motivo per dubitarne.
Il mio desiderio è quello di risolvere bonariamente la questione, senza richieste patrimoniali.
Se non otterrò ragione del mio buon diritto, mi vedrò costretto a perseguire questo signore per via legale, mutando il livello qualitativo e quantitativo delle mie richieste.
Tra l’altro mi risulta che la violazione di copyright sia reato penale.
Per ora ho contattato un avvocato per il supporto legale.
Qui inserirò gli aggiornamenti che seguiranno.
“Stay tuned” ;-)
Aggiornamento del 10.12.2013:
l'Editore STEm MUCCHI comunica con raccomandata che la pubblicazione è stata rimossa dal catalogo il 2.12.2012.
Nel medesimo giorno è stata data disposizione a Informazioni Editoriali "Redazione Catalogo Alice"
per ritiro immediato della pubblicazione dal catalogo libri in commercio.
Cologo l'occasione per ringraziare Marco Mucchi STEM MUCCHI Editore, per la cortesia, la collaborazione e la professionalità con cui ha affrontato la questione.
penso che sia più che giusto che tu faccia valere i tuoi diritti e capisco emotivamente la tua sopresa non piacevole, nel scoprire persone che senza molti scrupoli e senso morale, fanno proprie le opere degli altri. Hai tutta la mia solidarietà ...
RispondiEliminaGrazie per la solidarietà. Tanto più che viene da una fotografa molto apprezzata dai "copiatori" perché ha il difetto di riuscire a vedere e rappresentare ciò che agli altri sfugge. Sto unformandomi sulle procedure di denuncia e poi ti informa in privato. La violazione di copyright mi risulta essere reato penale e non amministrativo, pertanto, una volta denunciato, dovrebbe essere perseguito d'ufficio, senza necessità di querela di parte.
EliminaUn ottimo approfondimento sulla tutela del diritto d'autore in internet si trova qui:
RispondiEliminahttp://www.studiolegale-online.net/diritto_informatica_09.php